Io, indipendente da anni, senza vincoli, né orari…. Una sera, girovagando in internet, con un’amica belga, durante un volontariato in una località montana, la nostra attenzione si sofferma su un sito. Incuriosite approfondiamo. Scrivo, mi presento, pensionata, offro il dono del mio tempo e delle mie energie. La risposta non si fa attendere. Sono accolta in una Comunità di donne, religiose, in maggioranza un po’ avanti con gli anni, insieme ad un’altra volontaria cecoslovacca. La responsabile dell’accoglienza ci fa visitare la grande Struttura, il Parco con castagni, pioppi, pini, un olivo fruttuoso, gli atelier, originali costruzioni in legno, i piccoli chalet nel boschetto. La Cappella, gioiellino architettonico, dove sapienti intrecci di legno lasciano filtrare la luce solare, creando suggestivi disegni chiaroscuri. Ci detta le regole della Comunità: orari precisi, i pasti rigorosamente in silenzio, silenzio nelle camere, nei corridoi, durante le attività poche parole, quelle indispensabili per svolgerle, nessuna televisione disponibile. Ci offre un breve periodo di prova. Da quel giorno sono passati ormai alcuni anni ed ogni anno ritorno due/tre mesi. Cosa faccio? Il refettorio. Sala destinata ad accogliere 30/35 commensali, dotata di un bel camino ottocento, affacciata sul Parco. Tutto deve essere predisposto per consumare pasti in assoluto silenzio: sale, pepe, olio, posate di servizio. Il pane affettato, le fette allineate nei cestini. In assoluto mai sprecato: le fette saranno consumate fino all’ultima prima di tagliarne altre, il pasto successivo, il giorno successivo, eventualmente grigliate per la prima colazione. Le briciole rimaste sparse sul prato, affinché anche gli uccellini possano partecipare alla mensa, privilegio, peraltro, soltanto di una parte dell ‘Umanità…. L’acqua rimasta nelle caraffe utilizzata per risciacquarle, o per innaffiare i fiori, affinché nemmeno una goccia di questo prezioso dono della Terra, non accessibile a tutti, venga sprecata. Durante il pasto, iniziato tutti insieme, immediatamente dopo il capotavola, i vassoi scorrono di mano in mano, così come scorrono al termine i piatti, le posate, i bicchieri per consentire di sparecchiare con ordine, dolcemente, senza interrompere il silenzio e rispettando i ritmi di tutti. Silenzio impegnato nell’ascolto della lettura di quotidiani, di brani culturali, sociali, o di brani musicali. Lo sguardo vaga sul volto dei commensali: ognuno con la propria storia, con le proprie emozioni, le scelte, i momenti di sofferenza, di gioia, le cadute, le risalite…ossia la vita, la vita di ognuno, sia essa in comunità, in famiglia, in coppia, o soli. Gli ospiti osservano incuriositi, attenti a non sbagliare gesti inconsueti durante un momento ‘normalmente’ svolto in fretta, a volte discutendo, quasi mai riflettendo sulla fortuna di appartenere a quella parte del mondo dove il cibo è in abbondanza. La biblioteca. I libri, catalogati per argomento, foderati con uno scrupoloso gioco di tagli e piegature, per proteggere la carta stampata dall’usura e dal tempo. La carta stampata è un valore. L’artigianato. Autentico ‘fiore all’occhiello’ della Comunità, dagli atelier escono oggetti originali, minuziosi, a volte inestimabili, realizzati con cura, pazienza, volontà, non necessariamente con competenze particolari. La pazienza, la volontà, l’attenzione suppliscono con efficacia. Non è importante fare tanto, tutto, è importante farlo con cura, con amore, per altri che useranno questo oggetto…e farlo in silenzio. Il silenzio, nostro grande sconosciuto, parla a sé stessi, consente di ascoltare la voce dell’Interiorità, dona armonia, equilibrio. Perché lo faccio? Per ricevere. Dono per ricevere perché donare è ricevere: un sorriso, uno sguardo, una parola. E per aiutare chi aiuta, poiché la Comunità aiuta gli Invisibili, naturalmente in silenzio. Una catena, mano nella mano, come un girotondo di bimbi… intorno al mondo… un mondo diseguale, dove il confronto è con chi ha qualcosa in più di noi, senza voltarci verso chi ha molto meno o nulla. E quando un imprevisto mi obbliga a rinviare la partenza ho visto la gioia sui loro volti. Imprevisto che mi permesso di vivere il Natale nel suo autentico significato. Ancora una volta ho ricevuto.
In caso di vincita il premio è destinato all’organizzazione umanitaria NutriAid Italia per il progetto ‘Mora, Mora: educazione e nutrizione‘ che si realizza nel quartiere di Antsahasoa ad Antsirabe, Madagascar, all’ interno dell’Istituto scolastico ‘N.S.de La Salette’, a favore dei bambini/e provenienti dalle campagne circostanti, che raggiungono la scuola dopo più di un’ ora di cammino, senza calzini, né scarpe adeguate ( sugli altipiani malgasci in inverno la temperatura scende sotto zero), con un solo pasto al giorno, carente in qualità e quantità. Il progetto prevede, tra l’altro, la costruzione di una mensa scolastica.