Il mio lavoro in ospedale e a contatto con tante persone fragili, l’innato desiderio di esser al servizio di chi sta male mi hanno sempre spinta a unire le due esperienze di vita donando tempo, soldi ed energia a progetti che contribuissero a migliorare la vota di tutti i giorni della gente comune, quella che entra in un ospedale per una visita e viene risucchiata in un vortice di visite, controlli, farmaci, ricoveri che piano piano allontanano la persona dalla sua natura ed essenza umana facendola un pò sentire oggetto fragile come un cristallo, nelle mani di altre persone. Spesso no ci accorge, ma le persone che stanno male sono quasi sempre quelle in silenzio, quelle dietro di noi che non hanno voce e vengono perciò considerate meno dalla società, specialmente se , a seguito di un ictus o di un trauma, di una patologia neurodegenerativa o oncologica, non torno più ad essere “normali” come prima.
Ed è per questo che la mia idea fissa per qualche settimana, circa due anni fa, è stata quella di dare q queste persone ciò che le fa sentire accolte, capite e incluse in un pezzo di mondo che si adatta a loro, come dovrebbe accadere sempre e ovunque. Ho puntato quindi a organizzare laboratori creativi, informatici sull’uso del cellulare, uscite mensili al teatro , a un museo o a una mostra, merende a ruota a casa di qualcuno grazie all’associazione di cui faccio orgogliosamente parte.
Tutto a incastro ovviamente tra vita privata, lavoro, studio….ma la grande fatica viene ripagata sempre: unire persone di generazioni, cultura, pensiero diversi arricchisce la mente e l’anima.
Io e i mio gruppo ci vediamo ogni lunedì nei locali della Casa dell Associazioni, luoghi concessi gratuitamente a chi vuole fare volontariato. In questo periodo l’invito è esteso a molte persone che possiedono un cellulare ma non lo sanno usare bene per le funzioni di base utili per uscire in sicurezza da casa e per contattare il mondo quando si sta in casa. L’anno scorso abbiamo elaborato uno spettacolo teatrale per far rinascere la voglia di divertirsi insieme con pochi passi e con il movimento libero del corpo, pur seguendo una traccia e cercando di coordinare il proprio movimento in funzione degli altri.
Ne è risultata una delle esperienze più emozionanti del percorso di gruppo: conoscersi tramite il corso e il movimento nello spazi, conoscere se stessi e imparare di nuovo a relazionarsi con gli altri. Ne abbiamo fatto uno spettacolo a inizio estate , centrato sul tema del Musical Mamma Mia che ha suscitato interesse e commozione soprattutto ai parenti e agli amici delle persone protagoniste dei nostri laboratori.
Contemporaneamente a questo, ho programmato e pubblicato un’app sulla sicurezza ai pasti, un’app gratuita disponibile su android (MANGIARE BENE E IN SICUREZZA): mi occupo di disfagia e problematiche legate alla deglutizione e all’alimentazione a lavoro e non potevo non fare qualcosa di utile per la società visti in numeri crescenti di morti per soffocamenti da ostruzione delle vie aeree, problematiche infettive polmonari da ingestione (che nelle persone fragili determinano uno stato cronico di patologia). La disfagia colpisce persone che hanno avuto un ictus, un trauma, persone che sono in stati vegetativi, persone con patologie neurodegenerative, persone con patologie oncologiche, persone che hanno subito interventi chirurgici a livello maxillo-facciale, laringeo e/o esofageo, persone con patologie gastriche, persone con patologie respiratorie talvolta, persone con patologie psichiche, persone semplicemente anziane.
Sempre più persone si ritrovano a vivere una delle attività quotidiane della vita come un incubo, un incubo in cui sono coinvolti anche i familiari chiamati spesso a fare assistenza senza avere le basi formative per evitare un soffocamento o per evitare l’ingestione polmonare del cibo, non informati adeguatamente sui rischi della malnutrizione e/o della disidratazione, sui metodi e sulle tecniche da adottare perchè mangiare possa essere un’attività che veicola BENESSERE e non MALESSERE a tutti i livelli di vita (fisico/psichico, sociale). Si parla tanto di modelli di riferimento della cura della PERSONA non più vista come oggetto di cura, ma SOGGETTO direttamente coinvolto nella cura. Per questo motivo, oltre all’app gratuita e facilmente consultabile e utile per avere strumenti di base sulla corretta alimentazione e sulla deglutizione funzionale, da circa un anno, organizzo di tanto in tanto dei piccoli corsi di formazione sul territorio rivolti proprio ai familiari, agli assistenti, al personale sanitario e socio-sanitario, rivolti naturalmente alle persone che direttamente hanno un patologia che causa la disfagia.
Come tutte le belle cose che ci succedono, non voglio mollare. E per continuare a spargere l’idea che i volontari non sono sempre “gli altri” ma possiamo esserlo tutti noi, con i nostri mille impegni, contiamo molto sui voti e sull’aiuto che questi possono generare.